Herself - La vita che verrà

Introduzione

Durante la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, (25 novembre) siamo andati al "Cinema Carbone", abbiamo visto il film di Phyllida Lloyd "Herself - Future Life" con i volontari di Telefono Rosa.
Alla fine del film, abbiamo incontrato le volontarie Dott.ssa Lucia Battaggia e Dott.ssa Nadia Mortara e abbiamo sentito parlare dell'esperienza di una donna che ha subito abusi.

Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne è stata istituita il 25 novembre per volontà delle Nazioni Unite, in quanto è “una delle violazioni dei diritti umani più diffuse, persistenti e devastanti fino ad oggi che non sono state denunciate a causa dell'impunità, del silenzio, dello stigma e la vergogna è il suo segno distintivo». La violenza può manifestarsi in diversi modi: la violenza psicologica è spesso considerata meno rilevante della violenza fisica, in quanto non lascia segni visibili, sebbene possa causare violenza alle donne che la subiscono Gravi traumi permanenti. Persino lo stalking e le continue minacce di aggressione sono violente e purtroppo nella maggior parte dei casi si trasformano in femminicidi.La data è stata scelta in onore dell'attivista politica della Repubblica Dominicana suor Mirabal, condannata a morte il 25 novembre 1960 dal dittatore Rafael Leonidas Trujillo.

Il film

Sandra è uscita di casa con le sue due figlie, il giorno in cui suo marito ha scoperto che stava risparmiando soldi per farlo. Quel giorno l'ha presa a pugni e calci, le ha tirato i capelli, l'ha gettata a terra e le ha rotto la mano. Dopodiché, l'uomo ha continuato a guardare le sue figlie durante il fine settimana, ma Sandra era una donna intelligente, ed è rimasta lontana anche quando lui l'ha spinta. Poi, un giorno, tra un duro lavoro e l'altro, mentre cercava una casa che non riusciva a trovare, Sandra ha visto un video di un uomo che costruiva la propria casa per una frazione del costo, e ha iniziato a pensare di fare lo stesso.
Sandra ha amore e nostalgia in una tasca che porta con sé, ma non apre più quella tasca, non vuole cambiare il suo uomo, e non vuole correre altri rischi. Certo, la pressione è sempre alta e il  pericolo sempre in agguato, poiché uno non può sfuggire facilmente a chi afferma di possedere l'altro, ma lei stessa si affida interamente al concetto di costruzione, compresi gli incidenti stradali, non le demolizioni cronache. Così, la casa è al tempo stesso un'immagine più concreta e metaforica dell'impresa di ricostruire la vita: dalla solidità necessaria della fondazione, al fatto che richiede un lavoro di squadra, alla destinazione finale, che porta l'idea di famiglia e la promessa di preservare questa idea.

Riflessioni

La vita che verrà – Herself è senza dubbio un film di denuncia, che vuole porre l’attenzione su un tema oggigiorno centrale come la violenza di genere e le ulteriori difficoltà che donne letteralmente spezzate si trovano ad affrontare per potersi ricostruire. Ma Phyllida Lloyd ribalta i canoni della narrazione, trasformando le vittime in protagoniste determinate a farsi ascoltare, pronte a ripartire da zero facendo spesso leva solo sulle proprie forze, in attesa di aiuti concreti da parte della società civile e delle istituzioni. E sul finale La vita che verrà – Herself fornisce la chiave di volta: il futuro che verrà sta tutto nei gesti, in quelle piccole mani che si danno da fare seguendo l’esempio e la guida dei grandi.Si può obiettare che molto del dramma e del logorio nervoso che si associa alla violenza domestica e alla fatica di una donna sola e non economicamente indipendente resta fuori dallo schermo, ma l’impressione è che dietro questa scelta ci sia ancora una volta la decisione di non ribadire quanto tristemente noto, in favore di un approccio che motiva personaggi e pubblico a sondare l’insolito. Perché possibile, e non soltanto in un film.

Conclusioni

Dopo la visione del film siamo passati ad un confronto con le Dott.sse Lucia Battaggia, Nadia Mortara e l'avvocata Paola Mari che hanno raccontato le loro esperienze vissute sulla loro pelle, facendoci riflettere e capire di non sottovalutare il problema.